Bilancio di genere

Nella definizione europea “il bilancio di genere è un’applicazione del principio di gender mainstreaming nella procedura di bilancio. Ciò comporta la realizzazione di una valutazione dell’impatto sul genere delle politiche, integrando la prospettiva di genere a tutti i livelli della procedura di bilancio e riorganizzando le entrate e le uscite al fine di promuovere l’uguaglianza di genere. (Council of Europe, 2005). Obiettivo generale del bilancio di genere è dunque quello di raggiungere la parità adottando una visione di genere al tempo stesso trasversale a tutti gli ambiti di intervento (gender mainstreaming) e specifica in merito ad azioni positive mirate alla parità ed aventi donne come principali beneficiarie (gender targeting)”. Questo approccio duale, proposto già nel 1995 dalla Piattaforma d’Azione della IV Conferenza Mondiale delle donne di Pechino (UNWOMEN, 1995), è alla base sia della Strategia Europea per la parità di genere 2020-2025 (European Commission, 2020a), sia della corrispondente Strategia italiana per la parità 2021-2026 (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2021).

Il bilancio di genere risulta un valido mezzo per riconoscere e valutare gli effetti potenzialmente o effettivamente discriminatori delle politiche aziendali nei confronti delle donne e persone non binarie.

Nel 2020, infine, viene pubblicato lo strumento operativo promosso dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) per la produzione del bilancio di genere. Uno strumento atto a orientare fortemente la gestione delle risorse economiche sia in fase di programmazione (pre) che di monitoraggio (in progress e post) dei progetti finanziati con fondi europei.

Gender Equality Index

L’indice costituisce un importante strumento politico per misurare l’evoluzione della parità di genere registrata nell’UE nel corso del tempo. Ogni anno l’indice assegna all’UE e agli Stati membri un punteggio da 1 a 100. Il punteggio di 100 significa che un paese ha raggiunto la piena parità tra donne e uomini.

I punteggi misurano le differenze tra donne e uomini e i traguardi raggiunti in sei domini chiave: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute, nonché nei loro sottodomini. L’indice comprende due ulteriori domini: la violenza contro le donne e le disuguaglianze intersezionali. L’analisi delle disuguaglianze intersezionali esamina in che modo fattori quali disabilità, età, livello di istruzione, paese di nascita e tipologia di famiglia intersecano la dimensione di genere per creare percorsi diversi nella vita di uomini e donne.

L’indice offre visibilità ai settori che necessitano di miglioramenti, fornendo a coloro che hanno responsabilità politiche un’analisi dettagliata a livello dell’UE e nazionale.

Con la legge 162/2021 è stato introdotto lo strumento della certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le aziende ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere. La UNI/PdR 125:2022 “Linea guida sul sistema di gestione per la parità di genere” prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performance Indicator – Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni.

Nella  legge di Bilancio 2023 non ci sono riferimenti espliciti al Bilancio di Genere ma vengono introdotti alcuni incentivi a favore dell’ingresso della donna nel mondo lavorativo, come l’esonero contributivo per l’assunzione di donne svantaggiate e il sostegno all’imprenditoria femminile in agricoltura.

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